Mantova e i Gonzaga

Con la morte della contessa Matilde di Canossa, Mantova si dichiara libero comune ma, nel 1276 tutto questo ha fine poiché le bramosie di Pinamonte Bonacolsi lo portano a farsi proclamare Capitano Generale Perpetuo di Mantova. La supremazia dei Bonacolsi durerà fino al 1328, quando i Corradi da Gonzaga, attraverso una congiura, li cacciano prendendo il potere, mantenendolo fino al 1707.

Gli albori dei Gonzaga

Il dominio dei Corradi da Gonzaga, dunque, ha inizio nel 1328 con Luigi Gonzaga che, il 25 agosto, viene eletto capitano del popolo e nel 1329 ottiene il titolo di vicario imperiale di Mantova, grazie a Ludovico il Bavaro.

All’avvio della vita politica, i Gonzaga, abbinano lo sviluppo delle loro proprietà, sia immobiliari, sia terriere. In questo modo garantiscono ricchezze provenienti da più fonti, senza rischiare mai l’empasse.

Grazie allo sfruttamento dei ricchi terreni della campagna mantovana, i Gonzaga stringono forti rapporti con Venezia a cui forniscono le derrate alimentari. I soldi che provengono da questo commercio, servono all’acquisto di titoli di debito emessi dalla Repubblica di Venezia, sempre alla ricerca di fondi per finanziare le spedizioni. Gli interessi che i Gonzaga ricevono su questi titoli di debito, rappresentano una quota molto importante delle loro entrate.

Grazie alle ricchezze accumulate, riescono a versare un obolo di 12.000 fiorini che permette a Gianfrancesco Gonzaga di ottenere il titolo di Marchese dall’imperatore Sigismondo, nel 1433 in piazza San Pietro. In questa occasione Sigismondo annuncia anche il matrimonio di sua nipote Barbara di Brandeburgo con il primogenito di Gianfrancesco: Ludovico Gonzaga.

La corte dei Gonzaga nel suo massimo splendore

Con Ludovico, nel 1444, inizia l’era d’oro dei Gonzaga. L’interesse per l’arte e la cultura si incrementano notevolmente. Nel 1459, Papa Pio II si reca a Mantova per il Concilio e rimane nella città per quasi 8 mesi, ospite di Ludovico. È una delle tante occasioni per coltivare i rapporti con lo Stato Pontificio.

Il culmine dello splendore del casato dei Gonzaga arriva con Federico II, figlio di Isabella d’Este. Nel 1530, l’Imperatore Carlo V, a seguito di un’ingente somma, gli concede il titolo di Duca di Mantova. Nel 1536 Federico II sposa Margherita Paleologa, figlia di Guglielmo IX, che porta in dote il Marchesato del Monferrato. Nel 1537 Federico non accetta che si svolga a Mantova il Concilio ecumenico indetto da Papa Paolo III così deve essere spostato a Trento sotto la presidenza del cardinale Ercole Gonzaga.

Il casato ha sempre praticato una politica di tolleranza religiosa e, grazie a ciò, a Mantova si è formata una nutrita comunità ebraica che, su sollecitazione della Chiesa, è stata rinchiusa nel ghetto fino al 1798, anno in cui vengono abbattute le porte del quartiere ebraico.

Gli anni che vanno dal ducato di Guglielmo fino al sacco di Mantova (avvenne nel 1630 ad opera dei Lanzichenecchi che portarono anche la peste) segnano il periodo di massimo fulgore della corte dei Gonzaga.

L’eredità dei Gonzaga vive in ogni angolo della città che, grazie a questo casato, ha vissuto un illustre passato e arricchito un fantastico presente.

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